Tcm nella Gigafactory Tesla: “Noi italiani sappiamo garantire qualità e flessibilità”

Intervista a zonalocale.it

Il giro di boa dei vent’anni di attività per il Tcm Group è stato segnato da una notizia che ha acceso i riflettori sull’azienda di San Salvo fondata nel 2000 da Beniamino Tambelli e Antonella Tascone. Nel primo insediamento di Tesla in Europa, il quarto nel mondo, ci sarà un po’ d’Abruzzo. È il segnale che, anche in tempo di pandemia e in una zona spesso poco considerata, ci sono realtà produttive che continuano ad andare avanti e ad affermarsi. In giornate per loro frenetiche, con cantieri da avviare, proposte da discutere e lo sguardo verso il futuro, abbiamo incontrato i due manager dell’azienda sansalvese.

Nel mondo Tesla.

Sta sorgendo in Germania, alle porte di Berlino, la Gigafactory di Tesla , dove l’azienda statunitense produrrà il suo nuovo crossover e una berlina elettrici. E sarà Tcm, insieme ad altre due aziende italiane, ad installare la linea di montaggio della carrozzeria delle nuove vetture. Ad aggiudicarsi la commessa e poi rivolgersi ai suoi fornitori in tutta Italia, è stata Comau, selezionando poi le tre aziende che hanno già iniziato ad operare. “Comau, con cui abbiamo ormai un rapporto consolidato, ha ritenuto che potessimo essere in grado di svolgere il lavoro affidandoci la parte più corposa del progetto”. Tesla ha un’attenzione particolare al lavoro dei fornitori, ci sono tempistiche strettissime e capitolati complessi da rispettare. “I primi responsabili di cantiere sono già sul posto, per gli altri sono previste partenze scaglionate a seconda del programma di installazione”. Un cronoprogramma serrato che deve tener conto anche delle norme imposte dalla Germania. “C’è un tempo di quarantena da rispettare, lo abbiamo messo in conto, vorrà dire che dovremo essere ancora più bravi nell’avanzamento dei lavori”.

L’Italia che sa farsi valere.

Non è poi così scontato per delle aziende italiane imporsi in Germania. “Per noi non è la prima volta. Nel 2012-2015, sempre con Comau, abbiamo fatto parte di un team di fornitori nell’allestimento di due stabilimenti, in Germania e Romania, dove Mercedes produce il cambio a 9 marce. Siamo stati coinvolti con altre sei aziende, tutte italiane, e anche in quel caso è stato un bel lavoro”. All’estero le aziende italiane trovano particolare riscontro. “Abbiamo la capacità di garantire qualità, buon prezzo e tempi di consegna. Rispetto alle realtà straniere siamo molto più flessibili, riusciamo ad adattarci alle esigenze del committente”, spiega Tambelli. In questo lavoro per la Gigafactory di Tesla “dobbiamo confrontarci con specifiche molto restrittive. Per noi è motivo di orgoglio aver intrapreso questa sfida, anche perché è la prima volta che affrontiamo un lavoro su una linea di body assembly. Riuscire a far bene, così come confidiamo di fare, ci può aprire le porte per un altro settore”.

Orgoglio e responsabilità.

Partire dalla zona industriale di San Salvo, dove è nata questa realtà imprenditoriale, e lavorare in giro per il mondo “ci fa sentire orgogliosi di quello che stiamo facendo. Tra le altre aziende lavoriamo molto anche con Pilkington, con diversi cantieri all’estero”. Nel 2019 Tcm ha avuto “ cinque cantieri in contemporanea all’estero”. Nell’agire quotidiano c’è anche “un senso di responsabilità nei confronti dell’occupazione – sottolinea Beniamino Tambelli -. Oggi siamo in 80, abbiamo un’età media abbastanza bassa. Vogliamo i giovani, facciamo tanta formazione per tutti i nostri dipendenti. Ogni anno riusciamo ad inserire qualche risorsa, nella parte produttiva guardando ai migliori diplomati del territorio”.

La pandemia.

Da un anno a questa parte anche il mondo del lavoro è stato profondamente toccato dall’emergenza Coronavirus. “Il segno più evidente è la riduzione dei momenti di socialità. Abbiamo una sala mensa interna, dove tutti i lavoratori trascorrevano insieme l’ora della pausa pranzo. Abbiamo dovuto scaglionare gli accessi, rimodulando di conseguenza anche gli orari di lavoro. Ci siamo riorganizzati nelle nostre attività ma non è stato molto complicato, su tanti aspetti eravamo già pronti”.

Le sfide del futuro.

Nel 2020, con un naturale rallentamento di alcune attività, “abbiamo avuto più tempo per fermarci a pensare e formarci. Stiamo rivoluzionando l’azienda, avendo un tasso di crescita del 20% annuo arriva un momento in cui va rivisto l’assetto – racconta Antonella Tascone -. La riorganizzazione può andare dalle cose più semplici, come rivedere una procedura, un allinamento della comunicazione. Abbiamo messo in atto queste attività per minimizzare gli errori e ridurre i tempi, efficientare i reparti e lavorare più sereni”. In piena pandemia Tcm ha implementato il suo management con quattro ingegneri. “Con il nuovo direttore di produzione stiamo facendo un salto in avanti. Attualmente siamo alla ricerca di un nuovo responsabile acquisti per migliorarci ancora”. Lo scorso anno ha portato anche una novità in casa Tcm, con l’ingresso nel mondo della stampa 3d. “Abbiamo implementato la stampa 3d per esigenze interne, così da poter realizzare in questo modo alcuni particolari che facciamo sulle macchine riducendo tempi e costi. L’investimento è stato sui macchinari Hp e su un responsabile della nuova divisione, Ab Factory, un ingegnere aerospaziale. Per noi è tutta una novità, c’è stato un cambio di settore che, ad oggi, ci sta dando molte soddisfazioni”.

Lo stimolo al territorio.

Un fronte aperto anche quello delle opportunità lavorative. “C’è sempre maggiore richiesta di personale altamente qualificato, sia nell’area progettuale e direzionale che produttiva. Vale per noi e per tante altre aziende della nostra zona. Le nostre selezioni sono aperte a livello globale, tre dei quattro ingegneri assunti nel 2020 arrivano da fuori regione, riceviamo tanti curricula anche dall’estero. Ci sono tante aziende con il cuore in questo territorio dove la professionalità è alta e c’è continua ricerca di persone da inserire”. In questa zona d’Abruzzo l’economia potrebbe svilupparsi su tre assi, , ma non tutti i settori riescono ad avanzare allo stesso modo. “Sono realtà che possono coesistere, ognuna secondo le sue peculiarità”. A patto, però, di avere una visione strategica sul futuro. “Noi non pensiamo mai a oggi, guardiamo sempre avanti. Bisogna avere sempre una proiezione nel futuro, se non proprio a cinque anni – come suggeriscono i classici testi di economia – almeno a tre – dice Tascone -. È fondamentale immaginarsi nei prossimi tre anni, capire cosa ci sarà, come cambierà il mondo”. Un paradigma che funziona in tutti i settori, se ben applicato. “Noi, in questi vent’anni di attività, abbiamo cambiato diverse volte la nostra vision, proprio per stare al passo dei tempi. E continuiamo, ogni giorno, a rilanciare la nostra azione”.